DIALOGHI CREATIVI: Incontro con Enrica Campi – La poesia nella ceramica

Creativity Oggetti inaugura il suo ciclo di Dialoghi Creativi con un’artista che da anni fa parte della nostra galleria: Enrica Campi.
Le sue opere in ceramica sono piccoli racconti tridimensionali, sospesi tra sogno e realtà, in cui forme e colori si intrecciano per dare vita a mondi immaginari e poetici.

La sua ricerca artistica si ispira all’universo delle fiabe, ai ricordi dell’infanzia e a un’estetica delicata ma intensa, che si esprime attraverso figure evocative e dettagli minuziosi. Ogni sua creazione è un pezzo unico, plasmato e decorato a mano con tecniche che valorizzano la matericità dell’argilla e la profondità degli smalti.

Negli anni, la collaborazione tra Enrica Campi e Susanna Maffini, fondatrice di Creativity Oggetti, ha dato vita a collezioni affascinanti, capaci di emozionare e coinvolgere chi osserva. Le sue sculture non sono semplici oggetti decorativi: sono storie, suggestioni, frammenti di un mondo interiore che l’artista condivide con il pubblico attraverso la ceramica.

In questa intervista, Enrica ci racconta il suo percorso, le sue ispirazioni e il suo legame con Creativity Oggetti. Un’occasione per scoprire da vicino il suo lavoro e lasciarsi incantare dalla magia della sua arte.

1. Come è iniziato il tuo percorso nel mondo della ceramica?
La mia passione per la ceramica è nata come un colpo di fulmine, scaturito dall’incontro con il lavoro di Renzo Igne, un artista che utilizzava l’argilla in modo inusuale e originale. La sua capacità di trasformare la materia in qualcosa di espressivo e narrativo mi ha affascinata, spingendomi a esplorare questo mondo. Da quel momento, ho iniziato un percorso di ricerca personale, sperimentando tecniche e linguaggi per dare forma alle mie idee e alle mie storie.

2. Quali sono le principali fonti di ispirazione per le tue opere?
Il mio immaginario attinge da diversi mondi: le fiabe, il teatro, le figure femminili. Le fiabe mi affascinano perché, dietro la loro apparente semplicità, nascondono simboli e significati profondi che parlano della nostra natura più intima. Il teatro, con la sua capacità di trasportare il pubblico in altre dimensioni, influenza il modo in cui costruisco le mie figure: personaggi sospesi tra realtà e sogno, capaci di raccontare emozioni senza parole. Infine, la figura femminile è centrale nel mio lavoro: le mie donne sono presenze enigmatiche, forti e fragili al tempo stesso, immerse in pensieri silenziosi.

3. Puoi descrivere il processo creativo dietro una delle tue sculture più significative?
Il mio processo creativo inizia sempre con il disegno. È la mia prima forma di riflessione, una sorta di “canovaccio” che mi permette di esplorare forme e idee. Ma è nel momento in cui inizio a modellare la ceramica che il lavoro prende vita: la materia guida le mie mani, suggerisce variazioni e dettagli inaspettati. In questa fase, il disegno lascia spazio alla “messa in scena” vera e propria, dove la scultura acquisisce la sua identità definitiva.

4. In che modo il mondo delle fiabe e del surreale influenzano le tue creazioni?
Le fiabe sono un filtro attraverso cui osservo la realtà. Non mi interessa rappresentarle in modo letterale, ma usarle come strumento di riflessione. Nelle mie opere, cerco sempre di lasciare uno spazio aperto all’interpretazione dello spettatore.
Un esempio interessante è il modo in cui rappresento gli occhi delle mie figure femminili: alcuni li vedono come sguardi penetranti che osservano il mondo con curiosità, altri come occhi rivolti all’interno, persi nei pensieri. Amo questa ambiguità perché permette a chi guarda di proiettare le proprie emozioni e costruire un proprio racconto attorno all’opera.

5. Quali tecniche e materiali preferisci utilizzare nel tuo lavoro e perché?
Lavoro prevalentemente con il semirefrattario, un materiale che mi permette di ottenere superfici ricche di texture e profondità. Amo anche il gres e la porcellana, ognuno con le sue caratteristiche espressive. Un materiale che trovo particolarmente affascinante è la cartapesta, per la sua leggerezza e la sua capacità di dar vita a forme poetiche e delicate.

6. Come è nata la collaborazione con Creativity Oggetti e come si è evoluta nel tempo?
Tanti anni fa, un’amica ceramista mi ha presentata a Susanna Maffini e, da quel momento, è iniziata una collaborazione che dura ancora oggi. Uno dei nostri primi progetti insieme è stata la mostra collettiva “Creativity sotto i mari”.
Da lì, il nostro rapporto si è consolidato, basandosi su una condivisione di idee e di intenti artistici.

7. C’è un progetto o una collezione realizzata con Creativity Oggetti a cui sei particolarmente legata?
Sì, il progetto per i vent’anni di Creativity Oggetti è stato particolarmente significativo. Ho realizzato una serie di figure intere senza volto, sfidandomi a esprimere emozioni solo attraverso la postura e il movimento. La collezione, intitolata Attesa, è stata accompagnata da uno shooting fotografico al Parco Dora di Torino, un’esperienza intensa e stimolante.

8. Quali sfide hai affrontato nel tuo percorso artistico e come le hai superate?
La sfida più grande per me è sempre stata rendere visibile il mio lavoro, trovare il giusto spazio in cui esprimermi. Per questo, la collaborazione con realtà come Creativity Oggetti è fondamentale: grazie a Susanna e al suo lavoro, noi artisti possiamo concentrarci sulla nostra ricerca, sapendo di avere un supporto per portarla al pubblico.

9. Come vedi l’evoluzione della ceramica contemporanea e quale pensi sia il tuo contributo in questo contesto?
La ceramica contemporanea si sta sempre più avvicinando al mondo dell’arte. Quello che i ceramisti portano di unico è una conoscenza profonda della materia, un dialogo continuo con la tecnica, la chimica degli smalti, il fuoco. Vedo sempre più artisti consapevoli del loro lavoro e del suo impatto sull’ambiente, capaci di fare rete e creare spazi di confronto. Essere parte di questo movimento è per me una grande fonte di ispirazione.

10. Quali sono i tuoi progetti futuri o le prossime tematiche che vorresti esplorare nelle tue opere?
Il mio percorso continuerà nell’esplorazione della figura femminile, un tema che mi affascina da sempre. Le mie donne non sono semplici ritratti, ma archetipi, specchi della società e della condizione umana. Attraverso loro, voglio continuare a raccontare l’oggi, con tutta la sua complessità.

Grazie a Enrica Campi per questo prezioso dialogo. Le sue opere continuano a incantare e a stimolare la nostra immaginazione, raccontando storie che parlano a ognuno di noi in modo unico e personale.


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